Il mio approccio al responsive design è cambiato
(e probabilmente dovrebbe cambiare anche il tuo)
Per anni ho costruito siti partendo dal desktop.
Sembrava logico: schermo grande, più spazio, più
possibilità. Poi riducevo tutto per mobile,
nascondevo elementi, comprimevo menu.
Funzionava, ma era faticoso.
Nel 2022 ho iniziato a fare il contrario. Parto
sempre dal mobile. Non perché è di moda o perché
qualcuno dice che si deve fare così. Ma perché
quando devi far funzionare un'interfaccia in 375
pixel di larghezza, sei costretto a chiederti
cosa conta davvero.
Tre cose che ho imparato lavorando
mobile-first:
- Quando hai poco spazio, le priorità
diventano cristalline. Non puoi nascondere i
problemi dietro pixel extra.
- Le performance migliorano quasi da sole.
Se un componente è veloce su mobile, sarà
velocissimo su desktop.
- Il codice diventa più semplice. Aggiungi
complessità solo dove serve, invece di
sottrarla dappertutto.
Ovviamente non è perfetto per ogni progetto. Se
stai costruendo un'applicazione che vive
principalmente su desktop (tipo un software
gestionale), partire da mobile potrebbe non
avere senso. Ma per la maggior parte dei siti
web che costruisco, questo approccio mi fa
risparmiare tempo e mal di testa.
La cosa interessante è che i clienti hanno
iniziato a notare la differenza. Non sanno
spiegare perché, ma capiscono che qualcosa
funziona meglio. E alla fine è questo che conta.